Astroconvoglio, UF DA 259.971.845

...stavo pensando: cosa mi ha spinto a questo viaggio.
ed ho vagato a lungo nelle aule della mia mente, poi ho provato a dire:
Ricapitoliamo.
Raccogliamo tutti i pensieri delle ultime ore e facciamo ordine. Solo che a raccogliere tutti i pensieri alle volte si può impazzire.
Partiamo da un altro punto che non mi viene mai bene cominciare dall'inizio...
Sul mio galaxy ogni stazione, signor Capitano, è un pianeta,con la sua storia e la sua gente ; innumerevoli mondi si spargono nellospazio. Cari compagni il viaggio è lungo e non tutte le strade portano a Sirio.
Ogni rotta, ogni convoglio, ogni astronave sfreccia nello spazio alla ricerca di altri mondi. Signori. E' strano, lo ammetto, osservare la realtà da qui, dall'ultima frontiera, vedere ciò che tutti ignorano, giungere dove solo lo spazio ha nome, dove solo coloro chiamati i Cercatori vivono e si spingono.
Signori. In un momento per me difficile.
Lontano dalle care pareti della nostra astronave, solo ora capisco ciò che il viaggio sia e rappresenti per noi tutti. Una Frontiera signori. dove nessuno vede, l'equipaggio illumina, dove tutti si smarriscono, l'Equipaggio è guida.
Affiderò questo messaggio ai venti della galassia, non so se lo legerete mai, fratelli, ma non importa.
So che mi basterà pensare tutto ciò perché voi lo comprendiate. Signori. Il tempo non passa mai qui alla frontiera. All'ultima frontiera.

P.S. Dimenticavo, Capitano, Equipaggio, di ringraziare tutti voi. Ringraziarvi per tutto ciò che voi rappresentate per me. Per tutto ciò che mi avete insegnato. E tuttavia, il viaggio signori non deve terminare, mai. Ad ogni costo.
L'Ultima Frontiera è l'Entertrip. Dovunque l'astronave andrà, quella sarà l'ultima delle frontiere, perchè il viaggio siamo noi e noi siamo il viaggio.
Scrutando dal finestrino di questo Astroconvoglio osservo spesso l'universo e lo sento più vicino. Qui ai limiti della realtà esiste solo la nostra coscienza. Qui un viaggio di quattro anni luce con la stanchezza che comporta scompare al pensiero di poter riabbracciare parte dell'equipaggio.
Molti sono via, altri andranno lontano.
Le distanze, signori, non esistono più qui all'Ultima Frontiera. Ci siamo solo noi e i rumori dei propulsori.
Signori, io ho un sogno. Un sogno che mi riporta indietro, quando pochi e coraggiosi uomini con una piccola astronave partirono nell'immensità dell'universo alla ricerca dell'Ultima Frontiera. In quel sogno il capitano dice a tutti i suoi uomini che il viaggio sarà duro, pericoloso, lungo. Ed essi guardandolo rispondono: "non importa, noi dobbiamo cercare, abbiamo preso un impegno nei nostri confronti. E quell'impegno si chiama Entertrip".
Poi nel sogno tutti si recano ai loro posti, per qualche istante, silenzio. Poi con voce ferma e profonda il capitano si rivolge verso di loro e dice:
"accendete il primo Propulsore, signori, stiamo partendo".

Ten. Frank Cartina